
LA SINDROME DEL BURNOUT
LA SINDROME DEL BURNOUT COLPISCE IL 30% DEI CAMICI BIANCHI* CON PIU’ DI 50 ANNI, COME RICONOSCERLA E QUALI STRATEGIE ATTUARE
Burnout Syndrome o Sindrome del Burnout è un insieme di sintomi che testimoniano l’evenienza di una patologia comportamentale a carico di tutte le professioni ad elevata implicazione relazionale come quella del Professionista Sanitario.
Il burnout si distingue dallo stress, che può eventualmente essere una concausa del burnout, così come si differenzia dalle diverse forme di nevrosi, in quanto disturbo non della personalità ma del ruolo lavorativo.
Il termine Burnout, che nella forma italiana può essere tradotto come bruciato, apparì nel campo delle helping profession già dal 1974 ma è nel 1975 che la psichiatra americana Christine Maslach durante un convegno, utilizza questo termine per definire una sindrome caratterizzata da esaurimento emozionale, depersonalizzazone e riduzione delle capacità personali; ed è in questa occasione appunto che le viene attribuita la specifica identificazione di malattia professionale.
Si tratta dunque di una particolare forma di reazione allo stress lavorativo tipica delle professioni di aiuto nelle quali non si utilizzano solo competenze tecniche, ma anche abilità sociali e energie psichiche per soddisfare i bisogni dell’utenza prerogativa delle professioni medica ed infermieristica, ma anche assistenti sociali, personale di servizio e impiegati del front-office.
Ma quali sono le cause?
Le cause più frequenti del Burnout sono:
- l’organizzazione del lavoro disfunzionale
- il lavoro in strutture malgestite
- lo svolgimento di mansioni frustranti o inadeguate alle proprie aspettative
- sovraccarichi di lavoro
- la scarsa o inadeguata retribuzione
Il Burnout come si caratterizza?
Le condizoni di di nervosismo, irrequietezza, apatia, indifferenza, cinismo, ostilità degli operatori sanitari, sia fra loro, sia verso terzi sono tratti distintivi di questa sindorme. Queste manifestazioni psicologiche e comportamentali possono essere raggruppate in tre categorie di disturbi: l’esaurimento emotivo, la depersonalizzazione e la ridotta realizzazione personale. L’esaurimento emotivo consiste nel sentimento di essere emotivamente svuotato e annullato dal proprio lavoro, per effetto di un inaridimento emotivo nel rapporto con gli altri; La depersonalizzazione si manifesta come un atteggiamento di allontanamento e di rifiuto nei confronti di coloro che richiedono o ricevono la prestazione professionale, il servizio o la cura; la ridotta realizzazione personale riguarda la percezione della propria inadeguatezza al lavoro, la caduta dell’autostima e la sensazione di insuccesso nel proprio lavoro.
Le conseguenze sono molto gravi e si possono svilupparsi su più livelli:
1) il livello degli operatori che pagano il burnout in termini personali, anche attraverso gravi somatizzazioni, ma soprattutto attraverso dispersione di risorse, frustrazioni e sotto utilizzazioni di potenziali;
2) il livello degli utenti per i quali un contatto con gli operatori sanitari in burnout risulta frustrante, inefficace e dannoso.
Caso specifico: il burnout e il professionista Medico
Spesso questa Sindrome colpisce anche qui professionisti sanitari che lavorano in un ambiente che apparantemente sembra essere l’ideale per eccellenza di sicurezza, cura, salute ed efficienza: l’ambulatorio medico; qui il paziente che aspetta la visita, si siede attende il proprio turno aspettando che il Medico gli dedichi il suo tempo e la sua attenzione per curarlo al meglio.
Spesso però queste aspettative vengono disattese sia da parte del paziente (la sala d’attesa è spesso affollata, può accadere che alcuni pazienti con urgenza abbiano la priorità di accesso alle cure,…) sia da parte del Medico il quale si ritrova a dovere gestire, magari in assenza di una figura di supporto come la segretaria, appuntamenti, chiamate, seminari, convegni, attività extra lavorative e personali e tutto ciò può generare caos, stress e difficile gestione dell’agenda quotidiana con conseguente eccessivo impegno mentale, emozionale a discapito di un efficiente ed efficacie gestione del proprio lavoro e del proprio tempo. Tutti questi fattori portano ad una cattiva coordinazione dell’attività ambulatoriale che spesso porta a stress, nervosismo e nel caso specifico sottrae tempo alle cure dei pazienti.
E’ possibilie contenere l’insorgenza del Burnout e che strategia può mettere in atto un professionista sanitario per tutelarsi?
Sappiamo che il burnout nasce in condizioni di stress eccessivo e provoca apatia, senso di impotenza e inadeguatezza al lavoro; stato in cui un professionista sanitario non dovrebbe mai trovarsi, essendo lui la persona per autonomasia che dovrebbe occuparsi della cura dei pazienti in situazioni critiche. Per questi motivi evitare che il professionista entri in uno stato di burnout è importante; ma come fare?
Se tra le criticità vi è la gestione della propria segreteria e delle proprie attività è importante per il Medico affidarsi a una segretaria efficiente, esperta, che offra una copertura dei suoi servizi non in modo ristretto, solo in determinate fasce orarie, ma attraverso una copertura ampia anche h24 e 7/7.
Una segreteria che offra una organizzazione puntuale dell’agenda e degli appuntamenti anche con l’utilizzo di nuovi strumenti di comunicazione come mail, sms reminder, chat, affinchè ogni paziente non si senta solo paziente e lontano dal proprio medico ma sempre in contatto con lui anche attraverso il servizio di recall che offre l’opportunità di poter richiamare i pazienti quando la segreteria è chiusa.
Una segreteria che metta a disposizione operatori con competenze in ambito sanitario e che siano in grado di ascoltare le richieste dei pazienti, riconoscerne le necessità e gestirle in modo rapido e professionale.
Tutto questo a favore del Medico e del Professionista Sanitario che grazie a questi servizi non deve più accollarsi la gestione della propria segreteria, non deve più pensare a come soddisfare l’utenza rispondendo con puntualità alle sue esigenze ma concentrandosi totalmente sull’attività primaria: LA CURA del paziente; riuscendo così anche a ritagliarsi del tempo per se stesso e la vita privata a favore del proprio benessere psico –fisico. Non è possibile prevedere la Sindrome del burnout e quando essa colpirà, ma è possibile cercare il supporto migliore alla gestione di tutte quelle mansioni che non competono la cura del paziente al fine di avere Medici organizzati e pazienti soddisfatti.
Fonte: “Sanità Informazione” periodico on line di informazione sanitaria